Starlink, il sistema di comunicazione satellitare sviluppato da SpaceX, rappresenta una delle più ambiziose rivoluzioni nel settore delle telecomunicazioni globali. Il suo obiettivo principale è fornire connessione Internet ad alta velocità in ogni angolo del pianeta, superando i limiti infrastrutturali che caratterizzano le reti tradizionali. Attraverso una costellazione di migliaia di satelliti in orbita bassa terrestre (LEO – Low Earth Orbit), Starlink punta a colmare il divario digitale, offrendo una soluzione accessibile a zone rurali, aree isolate e regioni con scarsa copertura. Dal punto di vista tecnologico, Starlink rappresenta un passo avanti senza precedenti nell’ambito delle telecomunicazioni satellitari. La sua capacità di offrire connessione a banda larga con bassa latenza su scala globale lo rende un’infrastruttura di valore strategico per molteplici settori: dalle operazioni militari alle comunicazioni critiche per il soccorso in situazioni di emergenza, fino alle applicazioni industriali legate all’IoT e all’automazione avanzata. Tuttavia, questa tecnologia solleva interrogativi sulla sicurezza informatica, considerando che un sistema di comunicazione globale gestito da un’unica entità privata potrebbe diventare un bersaglio privilegiato per attacchi informatici o per forme di cyber warfare condotte da stati ostili o gruppi indipendenti. La resilienza e la protezione dei dati trasmessi attraverso la rete Starlink saranno quindi elementi centrali nel dibattito futuro sulla sua adozione su larga scala. Dal punto di vista geopolitico, la posizione di Starlink è altamente controversa. Se da un lato paesi come Ucraina, Iran e Cina hanno già evidenziato il potenziale di questa tecnologia nel modificare gli equilibri di potere nelle guerre moderne – consentendo comunicazioni indipendenti dalle infrastrutture terrestri locali e quindi meno vulnerabili a sabotaggi o attacchi – dall’altro, nazioni autoritarie e potenze emergenti vedono il progetto come un’ulteriore espressione dell’egemonia tecnologica statunitense. Il fatto che Starlink possa essere attivato e disattivato a discrezione della società che lo gestisce (come dimostrato nei conflitti recenti) solleva questioni sulla dipendenza strategica da un soggetto privato e sul rischio che un’infrastruttura così critica possa essere usata come strumento di pressione politica e diplomatica. Il tema della sovranità digitale è particolarmente sentito da potenze come la Cina e la Russia, che stanno accelerando lo sviluppo di alternative nazionali per evitare di trovarsi vulnerabili a tecnologie esterne. Inoltre, la gestione dello spettro radio e dell’orbita bassa terrestre diventerà sempre più contesa, con il rischio di conflitti normativi tra governi e aziende private.