Pedagogia del Digitale

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Pedagogia del Digitale
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L’Associazione Futuri Probabili, in linea con i propri principi di "umanesimo digitale", presenta un progetto per attivare una serie di corsi di confronto e aggiornamento ad alto livello rivolti ai docenti di tutti gli istituti statali e paritari di istruzione primaria e secondaria di primo grado, con il coinvolgimento diretto, in alcune fasi, di alunne e alunni e dei loro genitori. Il Progetto, già sperimentato con successo in Italia presso sei istituti comprensivi (docenti, genitori e alunni di quinta elementare), con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, il Garante per la protezione dei dati personali, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

Pedagogia del digitale
Cybersafety e consapevolezza a partire dalla scuola primaria

Abstract

L'attuale accelerazione tecnologica pone ogni Paese digitalizzato di fronte alla sfida di una transizione permanente, che comporta inevitabili difficoltà, tanto nel cogliere le (sempre nuove) opportunità quanto nel riconoscere e contrastare le (sempre nuove) nuove minacce.
I pericoli non riguardano solo la cybersecurity, la sicurezza dei sistemi informatici, ma anche e soprattutto la cybersafety, la sicurezza dei contenuti, la salute psicofisica, la postura intellettuale e morale degli utenti. E i più esposti sono ovviamente i minori. Sempre più connessi, sempre più giovani, sempre più a lungo online, al limite della dipendenza. Secondo un'indagine del Ministero dell'Istruzione e del Merito condotta nel 2023, il 47% dei ragazzi italiani afferma di essere connesso oltre 5 ore al giorno: lo stesso tempo trascorso in classe. L'Ofcom (autorità britannica per le società di comunicazione) stima che 500 milioni di minori al mondo accedano a contenuti per maggiorenni, spesso aiutati dai loro genitori. Contenuti inappropriati, iperstimolazione sensoriale e conseguenze neurologiche, problemi a livello di competenze cognitive e non-cognitive, deficit di attenzione, mancanza di empatia (minori sono le vittime del cyberbullismo e della sextortion, ma minori sono anche i responsabili).
La risposta normativa, pur necessaria, sconta in ogni caso dei limiti costitutivi, un ritardo cronico (emblematico il caso del cyberbullismo: se già di "bullismo" le istituzioni parlano solo a partire dal 2012, il "cyberbullismo" viene ufficialmente riconosciuto e contrastato solo dal 2019, peraltro dopo l'ennesimo caso di suicidio provocato online).
L'unica strategia realmente preventiva è da attuarsi a livello pedagogico, riunendo tutto il mondo della scuola (docenti, alunni e genitori), coinvolgendo personalità esperte in ogni campo, dalle neuroscienze al diritto, dalla programmazione informatica all'etica, ma anche in una sinergia fondamentale tra pubblico e privato.
Il progetto Pedagogia del digitale. Cybersafety, consapevolezza e empatia a partire dalla scuola primaria, promosso dall’Associazione Futuri Probabili, nasce con l'obiettivo di educare la prossima generazione alla prossima generazione del digitale.
Gradualmente, a partire dal 2030, sarà attivata la rete satellitare 6G: fino a 10 Terabyte al secondo. Pregi e difetti del digitale ne risulteranno amplificati. L'aumento del flusso di dati, in entrata e in uscita, renderà possibili, e presto diffuse, applicazioni e tipologie di dispositivi di nuova concezione, ad alto impatto intrusivo. L'intelligenza artificiale sarà in grado di gestire non solo i dati personali dell'utente, ma anche i suoi dati biometrici, monitorandone l'inconscio. Visori, occhiali e nuovi dispositivi potranno persino indurre variazioni biometriche, e cioè agire sull'inconscio a livelli inediti, con chiari pericoli in termini di condizionamento e manipolazione. Ma qualsiasi programma informatico sarà sempre sviluppato da una mano umana. I giovani che formiamo oggi sono non solo gli utenti, ma anche i creatori degli strumenti di domani. Da come li formiamo dipendono il futuro e la tenuta dei nostri valori.

Comitato Scientifico

Salvatore M. Aglioti, Professore ordinario di Neuroscienze cognitive e Fisiologia psicologica (Sapienza Università di Roma; Center for Life Nano- & Neuro-Science, Rome; Istituto Italiano di Tecnologia)

Roberto Battiston, Professore ordinario di Fisica sperimentale (Università di Trento), già Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI)

Mario Caligiuri, Professore ordinario Pedagogia generale e sociale (Università della Calabria) - Delegato Ministero dell'Istruzione e del Merito

Marco Casu, Ricercatore Associazione Futuri Probabili

Pietro Curzio, Presidente emerito Corte di Cassazione

Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di Diritto Privato e di Diritto di Internet – Alma Mater Studiorum Università di Bologna

Massimiliano Nicolini, Direttore del Dipartimento Ricerca e Sviluppo – Olimaint

Oreste Pollicino, Direzione SEE Lab – SDA Bocconi School of Management

Maria Prodi, Esperta di politiche scolastiche, già Assessore all’Istruzione (Regione Umbria)

Federica Resta, Dirigente del Garante per la protezione dei dati personali

Andrea Simoncini, Professore ordinario di Diritto costituzionale e Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche – Università di Firenze

Luciano Violante, Presidente Associazione Futuri Probabili

Introduzione
La prima legge sul cyberbullismo

L'indagine conoscitiva Bullismo e Cyberbullismo a cura della "Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza" (Senato della Repubblica, 2019) si apre con una citazione tratta dal testamento spirituale di Carolina Picchio, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia.
“Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno”. È l'ultimo pensiero prima del suicidio, avvenuto la notte tra il 4 e il 5 gennaio 2013.
Qualche mese prima – è una sera di novembre – Carolina esce con gli amici, beve troppo e perde i sensi. Sette ragazzi decidono di approfittarne: tirano fuori il cellulare, girano un video in cui la denigrano, mimando espliciti atti osceni, la molestano sessualmente.
Le immagini della "bravata" circolano da subito nella chat tra i presenti. Poi, come in un fatale "salto di specie", approdano sui social network, diventano "virali": 2600 commenti. E Carolina crolla.
La prima legge italiana ed europea contro il cyberbullismo (legge n. 71 del 2017) entra in vigore a 4 anni dalla sua morte.
Dei 7 ragazzi del branco, l'unico maggiorenne ha patteggiato una pena a 16 mesi di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale), l'unico sotto i 14 anni non era imputabile, per gli altri 5, tutti minorenni, il reato è stato dichiarato estinto. E per i 2600 commenti?
L'indagine conoscitiva su Bullismo e Cyberbullismo identifica il proprio oggetto come "una piaga sociale, un virus letale e subdolo, che continua a mietere vittime soprattutto fra i più giovani".
Giovani le vittime, ma giovani anche i responsabili. La risposta al fenomeno deve passare per una strategia preventiva sistemica. Lo chiarisce il primo comma della legge n. 71 del 2017:

1. La presente legge si pone l'obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l'attuazione degli interventi senza distinzione di età nell'ambito delle istituzioni scolastiche.


Obiettivi
Condotte virali (per un virtuale virtuoso)

Virus, virtualità e virtù condividono lo stesso campo semantico, quello della forza (vis) e dell’uomo (vir).
Sia nel caso degli agenti infettivi (es. Covid-19) sia nel caso dei programmi progettati per attaccare i sistemi informatici (es. malware), sia anche e soprattutto nel caso dei comportamenti nocivi diffusi attraverso la rete (es. cyberbullismo), la vis del virus si specifica come forza di replicazione e propagazione.
Il virus si replica e si propaga di volta in volta attraverso un organismo ospite che non sa di essere tale. E in questa incoscienza, il virus dilaga, muta, assume nuove e imprevedibili forme, veloce come il ritmo del progresso tecnologico e digitale che lo veicola, più veloce di ogni contromisura tecnica e giuridico-normativa, talvolta persino più veloce del linguaggio che prova a descriverlo.
Se di "bullismo" le istituzioni parlano solo dal 2012 (articolo 50 del decreto-legge n. 5 del 2012), l'indagine conoscitiva del 2019 ne specifica i nuovi connotati cyber: cyberstalking (persecuzione per via informatica, molestie e denigrazioni ripetute e minacciose), exposure (diffusione di informazioni imbarazzanti su un'altra persona), flaming (diffusione di messaggi online violenti o volgari), harassment (spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno, denigrazione fino allo stupro virtuale), impersonation (nel caso di assunzione della identità di un'altra persona al fine di spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili), sexting (invio di messaggi, immagini o video a sfondo sessuale o sessualmente espliciti tramite dispositivi informatici), trickery (quando si ottiene la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici).
In assenza di un organismo ospite, o se questo attiva le proprie difese (immunitarie o etiche), il virus muore. Ma per poter attivare una risposta mirata ed efficace, l'organismo deve prima riconoscere l'agente patogeno e astenersi dal propagarlo.
Pervasività, diffusività transnazionale e globale, difficoltà di tracciamento, di contenimento, di identificazione della fonte della diffusione: i problemi tipici di ogni pandemia virale toccano anche la viralità delle condotte etiche che minano le basi della convivenza civile.
Per ogni comunità digitalizzata, e cioè per ogni comunità reale e virtuale, il riconoscimento dei virus – delle minacce informatiche e delle condotte nocive – in quanto tali costituisce il primo passo per un recupero della responsabilità individuale come cardine imprescindibile della società, della sua sicurezza, della sua salute.
La cybersafety dell'ambiente digitale e la cybersicurezza dei sistemi informatici sono risposte complementari alla stessa questione, imposta dall'accelerazione del progresso tecnologico, quella della formazione (e poi protezione) di individui dotati di una consapevolezza civica e di un'identità digitale aggiornata al presente e pronta per il futuro.
È una questione che richiede una fondamentale collaborazione tra pubblico e privato, nonché una collaborazione accademica transdisciplinare (dall'informatica alla giurisprudenza), ma che deve partire innanzitutto dalla scuola primaria, e cioè, in senso lato o olistico, dalla postura – fisica, intellettuale e morale – di alunne ed alunni. L'ormai compiuta digitalizzazione dell'infanzia nel nostro Paese, richiede innanzitutto un aggiornamento tecnologico del corpo docente, e dunque percorsi di formazione sullo stato attuale delle tecnologie digitali, come pure sulle più attendibili proiezioni relative alle tecnologie di recente e prossima implementazione (metaversi, blockchain e Web3, sviluppi dell'intelligenza artificiale conversazionale), ma richiede anche e soprattutto un coinvolgimento attivo di alunne ed alunni.
Rispetto alle cyberminacce, i minori sono i cittadini più esposti. Si nutrono dell'ambiente, ormai reale-digitale, in cui crescono. Ne assorbono e ne propagano, spesso inconsapevolmente, vizi e virtù. Sono i più esposti, ma sono anche la prima linea di difesa in fatto di prevenzione.
Nei prossimi anni e decenni, il volto della rete cambierà (con l'implementazione crescente di intelligenza artificiale e realtà immersiva e aumentata, con il drastico aumento della velocità di connessione e con i dispositivi di interazione che questa supporterà), le cyber-minacce assumeranno nuove forme informatiche e sociali e l'iter normativo di aggiornamento delle fattispecie di reato farà il suo corso.
Eppure, i principi etico-sociali che risultano minacciati dalla propagazione delle condotte virali, sono già disponibili, da quasi ottant'anni, nella Costituzione della Repubblica Italiana.
L'ormai dispiegata (eppure tuttora in corso) rivoluzione digitale è il banco di prova dei valori costitutivi della convivenza democratica, della loro tenuta storica, della loro capacità di adattare la propria universalità al mutato contesto, oggi come tra trent'anni.
In questo storico aggiornamento, l'iter normativo decisivo, il riconoscimento dell'elemento nocivo nella propria o altrui condotta, si svolge all'interno del cittadino, all'interno del bambino.
Una strategia preventiva realmente sistemica non si limita all'informazione sullo stato attuale o prossimo della tecnologia digitale, non si limita neppure all'enumerazione delle minacce digitali già operanti, ma deve mettere studentesse e studenti nella condizione di riconoscere e combattere minacce che ancora non esistono, in modi che ciascuno dovrà trovare, in uno sforzo di immaginazione etica, che richiede però esercizio costante.
La scuola deve favorire questo processo, individuale e performativo, con ogni mezzo disponibile, anche ovviamente con i mezzi offerti dal digitale, in particolare mediante l'esperienza della realtà immersiva. L'esercizio etico dell'immedesimazione nella situazione dell'altro (e dell'altra) figura del resto, da tempo immemore, tra i fondamenti emotivi del rispetto reciproco, e dunque del legame sociale.

Offerta formativa

L’Associazione Futuri Probabili, in linea con i propri principi di "umanesimo digitale", presenta un progetto per attivare una serie di corsi di confronto e aggiornamento ad alto livello rivolti ai docenti di tutti gli istituti statali e paritari di istruzione primaria e secondaria di primo grado, con il coinvolgimento diretto, in alcune fasi, di alunne e alunni e dei loro genitori. Il Progetto, già sperimentato con successo in Italia presso sei istituti comprensivi (docenti, genitori e alunni di quinta elementare), con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, il Garante per la protezione dei dati personali, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, si prefigge:

- di promuovere un confronto tra personalità esperte e il mondo della scuola (docenti, alunni, genitori) per meglio rispondere alla crescente domanda di educazione digitale mirata alla tutela della cybersafety e alla diffusione del digital wellbeing;

- di offrire un chiaro inquadramento sul mondo digitale di oggi, ma anche e soprattutto proiezioni attendibili sulle sue evoluzioni nel prossimo futuro;

- di attivare vere e proprie catene di formazione: dagli esperti ai docenti corsisti e dai docenti corsisti ai colleghi nelle scuole di provenienza;

- di realizzare progetti educativi innovativi anche sotto il profilo del format. Non solo incontri in presenza e webinar, ma anche concorsi ludici ed esperienze di realtà immersiva: ambienti sicuri di sperimentazione, volti a garantire un accesso supervisionato alle nuove tecnologie e a stimolare un processo maieutico di comprensione e consapevolezza rispetto ai problemi etici posti dall'innovazione, mediante un approccio attivo e creativo (learning by doing) alle opportunità del digitale.

Ogni corso, della durata complessiva di 25 ore, sarà rivolto ai docenti di tutti gli istituti statali e paritari di istruzione e secondaria di primo grado ed è articolato in 5 webinar tematici rivolti ai docenti corsisti (e aperti ai genitori) e 3 incontri in presenza per docenti corsisti, alunni e genitori.

Appuntamenti del primo corso (2024)


PRIMO APPUNTAMENTO
(3 ore in presenza)

Cybersecurity, Cybersafety, Digital Wellbeing. Inaugurazione corso: inquadramento tecnico e teorico-concettuale, classificazione delle problematiche attuali, nuove tecnologie emergenti, opportunità e rischi.
3 ore in presenza a Tor Bella Monaca (Roma); 3 ore in presenza a Settimo Torinese (Torino); 3 ore in presenza a Martina Franca (Taranto).

27 marzo, ore 10-13
Istituto Comprensivo “Via Acquaroni” (Tor Bella Monaca, Roma), evento in presenza rivolto ai 10 docenti corsisti di Roma, aperto ad alunni e genitori. È prevista la diretta streaming.

I docenti corsisti incontrano Salvatore M. Aglioti (Professore ordinario di Neuroscienze cognitive e Fisiologia psicologica, Sapienza Università di Roma; Center for Life Nano- & Neuro- Science; Istituto Italiano di Tecnologia), Marco Casu (Ricercatore Associazione Futuri Probabili), Nunzia Ciardi (Vice Direttore Generale dell'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), Pietro Curzio (Presidente emerito Corte di Cassazione), Massimiliano Nicolini (Sistemista sviluppatore, Direttore del Dipartimento Ricerca e Sviluppo – Olimaint), Federica Resta (Dirigente del Garante per la protezione dei dati personali).

Introduce e modera: Luciano Violante (Presidente Associazione Futuri Probabili)


8 aprile, ore 14.30-17.30
Istituto Comprensivo “Settimo I” (Settimo Torinese, Torino), rivolto ai 10 docenti corsisti di Torino, aperto ad alunni e genitori. È prevista la diretta streaming.

I docenti corsisti incontrano Roberto Battiston (Professore ordinario di Fisica sperimentale, Università di Trento, già Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana), Marco Casu (Ricercatore Associazione Futuri Probabili), Massimiliano Nicolini (Sistemista sviluppatore, Direttore del Dipartimento Ricerca e Sviluppo – Olimaint), Giulia Guglielmini (Presidente Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo), Maria Prodi (Esperta di politiche scolastiche, già Assessore all’Istruzione, Regione Umbria).

Introduce e modera: Luciano Violante (Presidente Associazione Futuri Probabili)

11 aprile, ore 10-13
Istituto Comprensivo “Angelo Raffaele Chiarelli” (Martina Franca, Taranto), rivolto ai 10 docenti corsisti di Taranto/Brindisi, aperto ad alunni e genitori. È prevista la diretta streaming.

I docenti corsisti incontrano Mario Caligiuri (Professore ordinario di Pedagogia generale e sociale, Università della Calabria), Marco Casu (Ricercatore Associazione Futuri Probabili), Roberta Leporati (Dirigente scolastico Istituto Comprensivo “Angelo Raffaele Chiarelli” – Martina Franca), Massimiliano Nicolini (Sistemista sviluppatore, Direttore del Dipartimento Ricerca e Sviluppo – Olimaint), Andrea Simoncini (Professore ordinario di Diritto costituzionale e Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche – Università di Firenze).

Introduce e modera: Luciano Violante (Presidente Associazione Futuri Probabili)

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SECONDO APPUNTAMENTO
(3 ore in webinar)

15 aprile, ore 17.15-20.15
• A scuola con ChatGPT. La tecnica al servizio della conoscenza
Rivolto a tutti i docenti corsisti, aperto ai genitori

A cura di Roberto Battiston (Professore ordinario di Fisica sperimentale, Università di Trento, già Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana) e Marco Casu (Ricercatore Associazione Futuri Probabili)

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TERZO APPUNTAMENTO
(3 ore in webinar)

17 aprile, ore 17.15-20.15
• Cybersafety e Costituzione. Lineamenti etico-sociali dell'ambiente digitale
Rivolto a tutti i docenti corsisti, aperto ai genitori

A cura di Pietro Curzio (Presidente emerito Corte di Cassazione) e Andrea Simoncini (Professore ordinario di Diritto costituzionale e Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università di Firenze)

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QUARTO APPUNTAMENTO
(3 ore in webinar)


29 aprile, ore 17.15-20.15
• Cybersafety e Diritto. Inquadramento giuridico e normative vigenti
Rivolto a tutti i docenti corsisti, aperto ai genitori

A cura di Oreste Pollicino (Direzione SEE Lab – SDA Bocconi School of Management) e Federica Resta (Dirigente del Garante per la protezione dei dati personali)

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QUINTO APPUNTAMENTO
(3 ore in webinar)

6 maggio, ore 17.15-20.15
• Cybersafety e scuola. Elementi di psicologia infantile utili alla gestione dei casi sensibili: alunne e alunni vittime e responsabili di cyberbullismo, cyberstalking, exposure, ecc.
Rivolto a tutti i docenti corsisti, aperto ai genitori

A cura di Mario Caligiuri (Professore ordinario di Pedagogia generale e sociale, Università della Calabria) e Maria Prodi (Esperta di politiche scolastiche, già Assessore all’Istruzione, Regione Umbria)

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SESTO APPUNTAMENTO
(3 ore in webinar)

14 maggio, ore 17.15-20.15
• Digital Wellbeing. Il benessere negli ambienti digitali. Prevenzione relativa a disturbi e patologie derivanti da un uso improprio dei dispositivi digitali, formazione di abitudini equilibrate.
Rivolto a tutti i docenti corsisti, aperto ai genitori

A cura di Giulia Guglielmini (Presidente Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo)

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SETTIMO APPUNTAMENTO
(3 ore in presenza)

22 maggio (mattina)
Istituto Comprensivo “Settimo I”, Via Buonarroti, 8 – Settimo Torinese (Torino)

24 maggio (mattina)
Istituto Comprensivo “Angelo Raffaele Chiarelli”, Via Carmine, 4 – Martina Franca (Taranto)

27 maggio(mattina)
Istituto Comprensivo “Via Acquaroni”, Via Acquaroni, 53 (Tor Bella Monaca) – Roma


• Esperienze di Cybersafety. Simulazioni e immedesimazione empatica in realtà immersiva
Rivolto a docenti corsisti (circa 8 per città), genitori (circa 40 per città), alunni (circa 40 per città)

A cura di Marco Casu (Ricercatore Associazione Futuri Probabili) e Massimiliano Nicolini (Sistemista sviluppatore, Direttore del Dipartimento Ricerca e Sviluppo – Olimaint), con una video-introduzione di Salvatore M. Aglioti (Professore ordinario di Neuroscienze cognitive e Fisiologia psicologica, Sapienza Università di Roma; Center for Life Nano- & Neuro-Science; Istituto Italiano di Tecnologia).

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OTTAVO APPUNTAMENTO
(4 ore in presenza)


22 maggio (pomeriggio)
Istituto Comprensivo “Settimo I”, Via Buonarroti, 8 – Settimo Torinese (Torino)

25 maggio (mattina)
Istituto Comprensivo “Angelo Raffaele Chiarelli”, Via Carmine, 4 – Martina Franca (Taranto)

28 maggio (mattina)
Istituto Comprensivo “Via Acquaroni”, Via Acquaroni, 53 (Tor Bella Monaca) – Roma

• Project Work. Laboratorio ludico "maratona di idee"
Rivolto a docenti corsisti (circa 8 per città), genitori (circa 40 per città), alunni (circa 40 per città)

A cura di Marco Casu (Ricercatore Associazione Futuri Probabili) e Massimiliano Nicolini (Sistemista sviluppatore, Direttore del Dipartimento Ricerca e Sviluppo – Olimaint)

FAQ - Prossime edizioni

Quali dispositivi saranno impiegati?
Saranno utilizzati visori per realtà immersiva, Oculus Quest 3 HTC Vive Pro e Apple Vision Pro.
 
A livello di software di base (sistema operativo) sarà utilizzato il protocollo XPL VRO, il protocollo alla base di ogni realtà immersiva, che è stato sviluppato nel 1994 da Giovanni Nicolini, padre di Massimiliano Nicolini e storico allievo di Adriano Olivetti. I ragazzi delle scuole selezionate dal Progetto studieranno la prossima generazione del digitale, sostanzialmente, con chi l’ha edificata.
 
Ad un secondo livello di software (non sistema operativo ma applicazioni) saranno utilizzate 2 applicazioni, spatial e blender, disponibili in open source, anch’esse create con il fondamentale contributo di Massimiliano Nicolini e della Fondazione Olitec (Olivetti tecnologia).
 
Le lenti dei visori saranno appositamente modificate e tarate sull’età dei ragazzi per non interferire con la crescita dell’apparato oculare (questo è oltretutto un altro grande tema che sarà trattato, l’impatto anche organico dei nuovi dispositivi)
  
Come avviene la formazione?
A livello teorico, i laboratori tratteranno questioni giuridiche, etiche, pedagogiche e psicologiche relative all’impatto emotivo e neurologico delle applicazioni di realtà immersiva, nella loro versione attuale ma anche ovviamente nelle versioni di prossima implementazione e diffusione. 
La connettività satellitare 6G permetterà un flusso di dati attualmente impensabile: fino a 10 Terabyte al secondo. Le applicazioni immersive saranno ovviamente molto più immersive, più realistiche. Includeranno persino i sensi finora trascurati dalla storia dell’interfaccia umano-macchina, il tatto e l’olfatto, mediante stimolazioni aptiche e impulsi laser che forniranno al cervello credibilissime simulazioni sensoriali (su questi ed altri temi, il Prof. Salvatore M. Aglioti è un pioniere a livello internazionale, e il laboratorio gioverà delle sue ricerche).
 
Ma la potenza del 6G, congiuntamente allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, permetterà alle applicazioni del futuro (e in parte già del presente) di gestire molti più dati, compresi quelli biometrici. La frequenza del battito cardiaco e altri parametri, letti attraverso griglie di schemi comportamentali, comporranno un’inedita sintonia dell’interfaccia umano-macchina, una sintonia che va conosciuta e gestita, che può rivelarsi inquietante ma anche salvifica (per lo meno negli impieghi sanitari e industriali).
 
Si tratta sostanzialmente di una lettura in tempo reale del pensiero, persino del pensiero inespresso o inconscio, una lettura che può arrivare a prevedere, ma anche condizionare a livelli per ora inediti, il comportamento dell’utente.
 
Qualcosa del genere già avviene, in termini di profilazione e previsione d’acquisto. Ma il livello di intrusività che ci aspetta è di grado incomparabilmente superiore.
 
Pedagogia del digitale significa innanzitutto conoscere questo potenziale, conoscere i rischi. Ma può anche significare la possibilità di un uso virtuoso della tecnologia.
 
Come il titolo del Progetto suggerisce (Pedagogia del digitale. Cybersafety, consapevolezza ed empatia a partire dalla scuola primaria), il focus dell’iniziativa non si prefigge di lavorare solo sulla consapevolezza, ma anche sull’empatia, e cioè sulle competenze non-cognitive (non cognitive skills, character skills, life-skills), che negli ultimi anni sono al centro di ogni dibattito europeo in tema di educazione.
 
Il tema della cybersafety emerge come una necessità a partire da un’effettiva urgenza etica, legata a quel deficit di immedesimazione (nell’altra o nell’altro) che segna i sempre più frequenti casi di sextortion e cyberbullismo dell’ambiente digitale odierno. Casi che coinvolgono i minori, sia come vittime, sia anche come responsabili o carnefici.
Ora: può l’esperienza immersiva (condotta in un ambiente sicuro e protetto di sperimentazione) rivelarsi un utile strumento in termini di formazione caratteriale (empatia/immedesimazione)?
Gli avanzamenti tecnologici hanno permesso di sviluppare personaggi virtuali, detti avatar, sempre più realistici. Studi condotti negli anni passati hanno dimostrato che particolari caratteristiche fisiche degli avatar possono influenzare le percezioni e i comportamenti delle persone che li impersonano, fenomeno definito “Effetto Proteo” (Yee et al, 2007). Questo fenomeno è stato notato anche con personaggi realmente esistiti, per esempio persone che impersonavano l’avatar di Albert Einstein, famoso per la sua intelligenza, tendevano ad aumentare le loro prestazioni in esercizi cognitivi (Banakou et al, 2018) mentre persone che impersonavano Sigmund Freud, rinomato per le sue capacità psicoterapiche, erano in grado di elaborare soluzioni più soddisfacenti per i loro problemi personali (Osimo et al, 2015).
A partire da queste premesse il Prof. Salvatore M. Aglioti ha condotto delle ricerche pubblicate su Nature: «l’incorporazione di un avatar con un colore della pelle diverso dalla propria potrebbe influenzare il modo in cui percepiamo e reagiamo alle azioni delle persone codificate come diverse da noi [...] studi in corso, stanno cercando di utilizzare questo stesso approccio per promuovere processi di sviluppo nel campo del potenziamento di debolezze psicologiche (come la capacità di parlare in pubblico o la paura di volare)». 
Siamo dunque di fronte alla concreta possibilità (non solo metaforica) di entrare nei panni di un’altra o di un altro, un altro “più basso”, un altro “più brutto”, un altro affetto da una qualsiasi disabilità, o semplicemente colpito da una qualsiasi sfortuna.
Ora: l’immedesimazione empatica non è certo un portato delle tecnologie immersive. La recente scoperta dei neuroni specchio ha semplicemente dimostrato empiricamente, a livello neurologico, l’esistenza dell’empatia come tratto dell’umano (e non solo dell’umano).
Un tratto, un’abilità fondamentale che ogni cultura storica ha variamente insegnato, con il teatro, con la tragedia, con la letteratura, con diversi tipi di narrazioni. 
L’interattività di oggi e di domani (social, gaming, metaverso) rende gli utenti non solo spettatori, ma anche autori della “narrazione” digitale, ormai disseminata in una indefinita molteplicità di ambienti, che è molto difficile controllare a livello normativo: la “salute” del mondo digitale dipende dalla consapevolezza, e anche dal carattere (dalla capacità di empatia) di tutti questi piccoli autori, che il nostro Progetto intende raggiungere.
Per l'intera durata del corso sarà garantita l'interlocuzione permanente tra relatori, corsisti e dirigenti scolastici. Docenti corsisti e dirigenti scolastici saranno coinvolti attivamente, fin dalle prime fasi del Progetto, nel monitoraggio e nella valutazione dell'iniziativa di formazione.